Con l’infiltrazione peridurale selettiva e’ possibile somministrare farmaci analgesici, anestetici e antinfiammatori a ridosso delle radici nervose . Infatti con tale procedura si introducono quanto più vicino possibile alla sede da cui nasce il dolore , farmaci che agiscono in maggior percentuale localmente, quindi in modo più efficace e con minori effetti collaterali generali.
La tecnica è utilizzata da moltissimo tempo dagli anestesisti per l'esecuzione dell'anestesia peridurale, ed è questo uno dei motivi principali per cui oggi gli anestesisti si trovano a trattare patologie tradizionalmente di pertinenza ortopedica, avendo peraltro specifiche competenze nel campo del dolore.
In questi ultimi anni poi, si è finalmente capito non solo l'inutilità, ma anche le eventuali conseguenze negative (FBSS)che un approccio interventistico può determinare; solo una minima percentuale di lombosciatalgie richiede un intervento chirurgico.
L'infiltrazione peridurale trova indicazione nelle patologie acute e croniche della colonna vertebrale e nelle radicolopatie, per esempio da ernia del disco o da nevralgia post-erpetica.
La tecnica e’ semplice: il paziente viene fatto sedere sul bordo del letto con le gambe appoggiate e con il dorso ben flesso in modo che sia più facile reperire i punti di riferimento . Un’anestesia locale della cute permette un indolore inserimento di un ago speciale (ago di Tuohy) in corrispondenza della radice spinale interessata, e attraverso questo, vengono iniettati i farmaci.
Come tutte le procedure mediche, anche l’infiltrazione peridurale comporta un minimo rischio, legato alla vicinanza delle strutture nervose alla sede di iniezione dei farmaci: la possibilità di effetti collaterali è però estremamente ridotta, in relazione alla esperienza e alla manualità che deriva dall’elevato numero di infiltrazioni che vengono effettuate giornalmente e neppure lontanamente comparabili a quelli di un intervento chirurgico.
Qualora sorgano dei dubbi, è opportuno non aver timore a chiedere delucidazioni al medico. Può darsi che dopo l’infiltrazione sentirai un senso di peso o formicolio agli arti, è prevedibile, ed è il motivo per cui chiediamo di essere riaccompagnati a casa da qualcuno.
Alcuni consigli:- è buona norma assumere l’ abituale terapia farmacologia - se nella terapia rientrano farmaci anticoagulanti quali
Coumadin, Sintrom, Pradaxa, Eliquis, Xarelto e/o antiaggreganti quali
Plavix, Tiklid, Aspirina etc., è importante avvisare l’anestesista per tempo: potrebbe essere necessaria la loro sospensione o il controllo preventivo della coagulazione.
- informare l’anestesista di eventuali malattie concomitanti (diabete, ipertensione, malattie della coagulazione etc ) e/o di allergie.
- normalmente è previsto un ricovero in day hospital.
- Al momento della visita è opportuno portare tutta la documentazione (cartelle cliniche ,TAC, radiografie,...) relativa alla patologia specifica.
- di tutta la documentazione importante ai fini dell’inquadramento clinico, ti chiediamo di portarne una fotocopia, in modo di poterla inserire nella tua cartella, per una maggiore completezza.
Pur potendo variare di volta in volta, in funzione di particolari situazioni e di particolari esigenze, normalmente la terapia standard prevede i seguenti farmaci:
Cortisone a lento rilascio.
Anestetico locale.
Sol. fisiologica q.b.
Dato che si tratta di una procedura che richiede un minimo di osservazione, l’infiltrazione viene effettuata in regime di Day-Hospital, che richiede una osservazione di massimo 2h. Il trattamento può dare debolezza muscolare, quindi è vivamente
sconsigliato porsi alla guida di un mezzo alla dimissione; fai in modo pertanto che una persona ti possa accompagnare a casa.
Trattandosi di una procedura che richiede un minimo di invasività, è richiesto un consenso informato scritto. Quando l'infiltrazione avrà sortito i suoi effetti positivi sul dolore, la nostra equipe consiglia vivamente di concludere l'iter terapeutico con un periodo di ginnastica riabilitativa, indispensabile per correggere le posture errate che sono, in genere, alla base della malattia.